Furono altri autunni;
questi persi equilibri senza sole
sembrano rintocchi scheggiati
di campane di ghiaccio.
Sono stata sul fondo
ed ho visto l'ombre
delle assenze più atroci:
scafandri ancorati
a blocchi lucidi, negli abissi,
come marmi tagliati a lama,
remoti, ignoti, senza gridi.
Batto l'acqua a piedi,
a braccia aperte, erette.
Nera placenta mi lega,
m'aggrappo a macigni di vita,
travedo raggi, ma la notte
cade pesante ad abbattere sogni.
Assopirmi in quest'ora
sarebbe estremo dono.
E sentimenti coverei
tra i lari, dove soffi di ceneri
perdute tralucerebbero braci.