Quante più dolci cose
mi sai dire.
Da quali occhi teneri
cadere da presso
luci, tu mi fai,
tanto che non t'ascolto
quando m'infliggi
pene e tue ferite
con quei momenti bui,
sottili e grevi,
tesi, d'acuto male.
Io guardo a quel che resta
in me nel tempo.
Null'altro so
se non che questo, ormai:
che vivo, e attendo.